Un viaggio è pur sempre un viaggio



Anche quando è improvviso.
Anche quando è vissuto su un autobus colmo di esseri viventi, respiranti, traspiranti e russanti.
Anche se implica una sosta infinita sulla Salerno-Reggio Calabria.
Anche se qualcuno passeggia nel corridoio stretto e male illuminato, per smaltire il calore eccessivo del riscaldamento, condizione assolutamente non modificabile per evitare lo schieramento armato di faide interne che potrebbero distruggere l'ecosistema viaggiante. 

Un viaggio è pur sempre un viaggio.

Anche se le fioche luci che ti permettevano di leggere il tuo romanzo senza rimetterci gli occhi vengono spente all'improvviso. Anche se il tuo vicino è un ragazzo sudamericano bellissimo che vuole fare conversazione in spagnolo, il che implica un tono di voce altissimo e quindi in disaccordo con le esigenze degli altri coinquilini viaggianti e traspiranti pronti a sbranarti se destati dal dormiveglia; mentre tu pensi che se non avesse almeno dieci anni meno di te gli lasceresti un bacio di quelli difficilmente dimenticabili, il che implica un autocontrollo troppo duro considerando l'orario e lo stato d'animo.

Un viaggio è pur sempre un viaggio, soprattutto se un bimbo di tre anni continua a fissarti invece di dormire, e se il Wi-Fi funziona benissimo e ti consente di navigare ad una velocità degna delle fibre di Fastweb nelle loro più performanti giornate.

Un viaggio è pur sempre un viaggio se stai fuggendo da altri per riprendere te stessa e il tuo corpo, dopo disastrose giornate di abbuffate familiari. Di abbuffate di parole dette male di discorsi improvvisati e di performance genitoriali soffocanti, condite da dolori muscolari e malesseri oculari ed oculati.

Un viaggio è pur sempre un viaggio quando ti consente riflessioni attente, minuziose e inaspettate.

E per fortuna, viaggiare è ancora così facile.