Decisioni Personali
E' una giornata fredda ma splende il sole. La pioggia fitta e leggera mi bagna. Cammino sul viale che fiancheggia il Policlinico Universitario. Oggi odio la pioggia, di norma mi piace. Stamane sono intollerante agli imprevisti e alle intemperie. Il mio passo è svelto, lo sento, come se non dipendesse da me. Mi affretto a cercare il numero civico 45. Lo vedo davanti a me, attaccato ad una porta a vetri, sporchi e consumati. La porta è aperta e do un'occhiata all'interno prima di varcare la soglia. A destra, una sala d'aspetto con poche sedie in plastica marrone, è semivuota. Mi assale un brivido di candida solitudine. A sinistra uno stanzino, con una piccola scrivania bianca e una sedia da ufficio blu, è vuoto. Che sensazione di decadente abbandono! Mi addentro nel corridoio, che finisce in un'altra stanza più vissuta. Qualcuno è seduto ad aspettare, con il volto stanco e spazientito. Un'obliteratrice, attaccata parzialmente al muro, emette un suono continuo e